Quando soffri da molto tempo di dolori a schiena, spalle o gambe che sembrano non voler passare mai, spesso ti viene consigliato di valutare un intervento chirurgico.
A questo consiglio segue un incontrollabile brivido di disagio e timore. Parte dal collo, attraversa la spina dorsale e si espande in tutto il corpo.
È comprensibile: l’idea dell’anestesia e di quel gelido bisturi che recide la tua pelle senza sapere il buon esito dell’intervento farebbe accapponare la pelle anche ai più coraggiosi.
In alcuni casi, l’intervento chirurgico è davvero inevitabile e rimane l’unica soluzione ad un problema. Se hai avuto la sfortuna di fare un brutto incidente o hai danneggiato il tuo corpo per molti anni fino ad un “punto di non ritorno”, per esempio, l’intervento chirurgico potrebbe essere quella che si chiama la tua ultima spiaggia.
Tuttavia, spesso ci troviamo davanti a centinaia di casi di interventi NON necessari. Situazioni di persone con leggeri fastidi articolari, che si vedono consigliare un’operazione – magari invasiva e pericolosa – quando sarebbe bastato molto meno per risolvere il problema.
Magari faresti carte false pur di evitare l’intervento, ma poi, sfinito dal dolore, ti arrendi all’idea di operarti. Purtroppo però, sono a centinaia i casi di operazioni finite male – o che hanno peggiorato ulteriormente la situazione iniziale.
Andare sotto ai ferri è una decisione coraggiosa che, anziché migliorare la tua salute, può rovinarti la vita
Per mostrarti meglio i rischi che corri quando decidi di operarti e non sei certo del risultato, voglio raccontarti di “Paola Mannaioni”, una signora di 51 anni che vive a Volterra.
Paola trascorre circa 15 ore ogni giorno dietro al bancone del panificio in cui lavora praticamente da sempre.
Quando è arrivata da me per la prima volta, era praticamente giunta al capolinea: il dolore che provava ai piedi non le dava pace neppure per mezzo secondo.
Ora, quando provi dolore ai piedi, è un bel casino. Ogni volta che stai in piedi, ti fanno male. Quando cammini, ti fanno male. E quando ti ritrovi a gestire un panificio e devi stare in piedi tutto il giorno… significa che vivi costantemente nel dolore.
Ti è mai successo di camminare troppo e avere male ai piedi? Ecco. Paola provava quel dolore, ma più forte. Come se avesse dovuto camminare su dei chiodi incandescenti, ogni singolo giorno.
Ma che cosa aveva dato il via a questo tormento?
Devi sapere che 7 anni fa Paola era stata operata ad entrambi i piedi di “alluce valgo”, – una patologia che causa gravi dolori.
Nonostante l’operazione, Paola continuava a provare un male insopportabile ai piedi.
«È normale» pensò.
Si fece forza grazie alle parole del medico: «Dopo un’operazione è normale che ci sia un periodo di assestamento in cui si prova un leggero fastidio alla zona operata»
… ciò che non è stato normale, è che questo “periodo di assestamento” sia andato avanti per 7 anni.
SETTE.
ANNI.
E non era un leggero “fastidio”, uno di quelli che “ci sta se rimane, dopotutto mi ci sono operata”. No. Sono stati sette anni di tremendi dolori ai piedi.
Aveva coraggiosamente deciso di operarsi… ma non era servito a niente.
L’intervento, che sarebbe dovuto essere la soluzione per liberarsi una volta per tutte dal male che provava, aveva dato il via ad una lunga agonia.
Non solo.
Come se ciò non bastasse, a 3 anni dall’operazione Paola ha iniziato a cadere.
Cadere. Esatto.
Nel senso che ogni tanto, senza alcun preavviso, il piede sinistro non reggeva il suo peso. Un attimo prima stava in piedi tranquilla e poi, senza motivo, crollava al suolo come un bambino che ha appena imparato a camminare.
Paola però non è un bambino. E puoi facilmente immaginare il senso di vergogna e imbarazzo che può provare una donna di 51 anni che cade per terra. Magari davanti a dei clienti. Oppure di fronte ai propri famigliari.
Ecco che per risolvere il problema, Paola si è rivolta ad un podologo per farsi fare dei plantari.
Plantari durati solo 2 mesi però. Il podologo al quale si era rivolta aveva sbagliato a progettarli – e aveva così peggiorato la già tragica situazione di Paola. Situazione che, ovviamente, aveva anche danneggiato ulteriormente il suo umore. A fatica si decise ad andare da un altro podologo, nella speranza di poter trovare un attimo di pace.
Fortunatamente, i nuovi plantari le hanno permesso di soffrire un po’ meno.
A volte i plantari possono ridurre il dolore. E nel caso di Paola, soprattutto nel primo periodo, il male che provava si era ridotto notevolmente.
I plantari però non sono la soluzione ad ogni male. Ti permettono di ridurre il dolore, ma NON risolvono il problema in modo definitivo.
Passati altri 4 anni, Paola ha iniziato nuovamente a cadere. E questa volta, il dolore era di gran lunga peggiore rispetto a prima.
Senza contare che il numero di volte in cui crollava al suolo era drasticamente aumentato. Adesso le capitava addirittura una o due volte ogni settimana.
È stato solo durante un appuntamento con la sua estetista che la situazione ha iniziato a migliorare.
Infatti, a Paola è stato consigliato di prenotare una consulenza in studio da me. Una consulenza gratuita, in cui abbiamo analizzato assieme il problema così da capirne la causa.
Durante questa consulenza mi sono reso conto del motivo per cui l’operazione aveva dato il via alla sofferenza di Paola: la muscolatura delle sue caviglie si era completamente “disattivata”. I muscoli era come atrofizzati.
Con l’operazione avevano sollevato l’osso del piede che però, non avendo il sostegno dei muscoli, era “caduto” – condannando Paola ad una condizione addirittura peggiore rispetto a prima dell’intervento.
Dopo la prima ora di consulenza ho iniziato con Paola un percorso di guarigione in cui, tramite massaggi ed esercizi posturali, stiamo “riattivando” la sua muscolatura.
La cosa sorprendente è stata la velocità dei progressi ottenuti: in sole 2 sedute il dolore è diminuito drasticamente e Paola ha smesso di cascare a terra.
Come puoi immaginare, il problema non è ancora risolto definitivamente.
Una condizione iniziale così drastica non può essere risolta in solo 2 sedute.
La verità però è questa: dove un’operazione le ha rovinato la vita… sono bastate 2 sedute per permettere a Paola di camminare di nuovo come fanno tutte le persone normali e senza la paura di cascare da un momento all’altro.
Paola ora ha riconquistato la speranza che un giorno potrà liberarsi completamente dal dolore. Questo per me vale tantissimo.
Probabilmente mi arriveranno attacchi nei prossimi giorni da parte di “terapisti” ai quali non va giù che io dica le cose come stanno e senza filtri. Ma non mi importa.
Se posso permettere anche solo ad una persona di evitare l’agonia che ha afflitto Paola per 7 lunghi anni, allora sono disposto a correre questi rischi.
Come dicevo prima, esistono casi in cui un intervento risulta necessario. Io stesso ho consigliato ad alcuni miei pazienti di rivolgersi a medici e chirurghi.
Quando la situazione lo richiede, operarsi è imprescindibile. Ma questo non significa che al minimo sintomo di dolore, la soluzione sia farti squarciare come un animale al macello e permettere a qualcuno di sostituire pezzi del tuo corpo con pezzi di plastica.
Ecco perché prima di prendere qualsiasi decisione al riguardo, dovresti capire il prima possibile qual è la causa del tuo dolore. Solo così potrai imboccare la strada migliore per liberartene.
Per scoprire cosa sta generando il male che provi a muscoli, ossa o articolazioni, ho bisogno di conoscere la tua storia clinica, in cui andremo ad analizzare assieme le origini del tuo dolore. Solo allora potrò dirti se ha senso ricorrere ad un’operazione, oppure esistono altri metodi meno invasivi e meno pericolosi.
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