PosturaPro

LA SOLUZIONE DEFINITIVA PER DIRE ADDIO AI TUOI DOLORI
SENZA DIPENDERE DA TERAPISTI E ANTIDOLORIFICI

Dott. Raffaele Nannini

Hai un’ernia al disco che non ti da pace? Allora NON farti visitare da nessun terapista prima di aver letto questo articolo! Ecco perché

Se stai leggendo questo articolo è molto probabile che tu stia sperimentando i dolori di un’ernia al disco.

Se così fosse, mi dispiace. Posso solo immaginare quello che stai passando.

Chi non ne ha mai avuto una non sa cosa si prova. Non ha idea di cosa vuol dire svegliarsi al mattino e ricevere il primo “buongiorno” da quella dannata fitta alla schiena che ti ricorda a gran voce quanto tu non stia bene.

Perché è così. Quando patisci i dolori di un’ernia al disco, non stai bene.

Puoi provare a non pensarci. Ma ad ogni movimento lei è lì, come un bambino capriccioso in cerca di attenzioni. Solo che la sua “ricerca di attenzioni” non si limita al tirarti la maglia e guardarti con occhi lucidi e teneri. È un dolore atroce che può arrivare a rovinare la tua vita.

Ed è proprio a causa di questo dolore che molte persone sono letteralmente disposte a TUTTO pur di eliminare l’ernia. L’utilizzo di farmaci… l’acquisto di “falsi rimedi miracolosi” come busti, plantari o tutori…  decine di sedute da terapisti vari… e così via.

La verità è che praticamente ogni rimedio a doloro muscolari, articolari od ossei rischia di essere un enorme flop se non scopri prima il motivo per cui hai iniziato a provarlo.

Se non ne puoi più di quelle tremende fitte di dolore causate dall’ernia al disco DEVI assolutamente scoprire il motivo per il quale sono iniziate

Lo sa bene Marilena Mattiello, una signora di 64 anni che circa un anno fa si è rivolta a me per eliminare il dolore che le stavano procurando le 2 ernie che aveva alla schiena.

Da quando faccio questo lavoro, ho aiutato molte persone che soffrono di ernia al disco. Ma ammetto che quando penso a cosa ha dovuto passare Marilena negli ultimi 6 anni, sento tutt’ora un brivido freddo come il ghiaccio corrermi lungo tutto il corpo.

È stato nel 2013 che la schiena ha iniziato a darle fastidio.

Inizialmente pensava al tipico “doloruccio da troppo sforzo”.

Infatti, nonostante fosse in pensione, Marilena era abituata a lavorare ogni giorno nell’orto e prendersi cura delle sue galline.

«Mi sa che mi sono affaticata troppo oggi»

Ecco cosa si diceva quasi ogni giorno dopo aver raccolto carote e cipolle per forse troppo ore. Parole che, probabilmente, servivano più per cercare di auto convincersi che non fosse nulla di grave. Pur di non sentirsi un peso, minimizzava ogni dolore per non far preoccupare gli altri.

Il problema è che dal comparire ogni tanto, il dolore ha iniziato a farle visita ogni giorno. E ogni settimana era sempre un po’ più forte di quella precedente.

Dopo un po’, stremata da quelle fitte che le toglievano il respiro ogni volta che raddrizzava la schiena, ha deciso di fare una risonanza magnetica e delle lastre.

La scoperta l’ha lasciata senza parole: non aveva una, ma ben due ernie nella parte bassa della schiena.

È così che ha avuto inizio il calvario di Marilena.

Ha incominciato a fare visite da medici vari, ortopedici, chiropratici e fisioterapisti. Era letteralmente disposta a tutto pur di eliminare quel mal di schiena che le impediva di condurre normalmente la sua vita. Ormai non poteva più curare il suo orto. Pulire casa e cucinare per la propria famiglia erano diventate cose di cui non poteva più occuparsi.

Ogni volta riceveva trattamenti e cure diverse. A volte erano totalmente inefficaci, altre la facevano stare meglio… per qualche giorno. Ma poi, puntuale come il mezzogiorno, il dolore tornava.

Il momento in cui ha toccato il fondo è stato quando nel 2016 Marilena ha sentito una fitta più forte del solito mentre si girava su sé stessa nel letto. Una fitta che l’ha costretta alla sedia a rotelle.

Non era più autonoma.

Per qualsiasi cosa, anche la più semplice come può essere alzarsi dal letto o andare in bagno, aveva bisogno di assistenza.

Marilena, che fino a qualche anno prima era una donna forte, sempre pronta a farsi in quattro se si trattava di aiutare una persona a sé cara, ora non poteva neanche più camminare.

È stato allora che Marilena ha preso il coraggio a 2 mani e ha deciso di operarsi, sotto consiglio di uno dei tanti medici che l’avevano visitata.

L’operazione è riuscita bene. Il dolore era sparito.

Pensava davvero di aver risolto il proprio problema ed essersi così rimpossessata della vita che l’ernia le aveva tolto.

Ma poi, dopo circa 17 mesi, il Dolore ha bussato nuovamente alla sua porta.

Era tornato.

E che tu ci creda o no, era addirittura più forte di prima.

A quel punto, sotto consiglio di suo figlio, si è rivolta a me.

Devi sapere che io sono solito offrire una consulenza a chi mi contatta, nella quale eseguo vari test per capire il motivo per cui è nato il dolore.

Questa consulenza è totalmente gratuita. Il mio obiettivo è semplicemente quello di analizzare il tuo dolore, così da consigliarti il modo migliore per liberartene.

Ed è stato proprio durante questa analisi che ho scoperto la vera causa delle ernie di Marilena.

Prima della pensione, aveva lavorato per molti anni come sarta. Durante le ore di lavoro era solita sedersi su una sedia di legno.

Anni e anni seduta su una superficie così dura, avevano comportato vari micro-traumi al coccige (l’osso più basso della colonna vertebrale).

 

 

Lo so. Può sembrare strano che dei traumi al coccige riscontrati così tanti anni prima possano averle procurato un’ernia.

Ma devi sapere che centinaia di scoperte scientifiche eseguite negli ultimi anni sembrano confermare sempre la stessa cosa:

NON è detto che il punto in cui provi dolore sia anche la causa di quelle fitte che ti tolgono il respiro

Se per esempio hai male a una spalla, il motivo potrebbe essere un problema a una gamba. Se provi dolore al collo, la colpa potrebbe essere di un’infiammazione a un nervo del braccio.

La radice del dolore che provi, non si trova quasi mai nel punto che ti fa male. Ormai è stato evidenziato e dimostrato da migliaia di esperimenti.

Uno fra questi è quello eseguito dal “S.O.M.A. – Istituto Osteopatia di Milano”, il quale ha analizzato le varie conseguenze che può provocare un infortunio (anche lieve) al coccige. E l’ernia del disco è uno di questi.

È solo quando ho scoperto che l’ernia di Marilena era causata da un problema al suo coccige che ho potuto liberarla dal dolore.

Dopo sole 6 sedute il dolore era sparito quasi completamente.

È stato sufficiente un mese e mezzo per farla uscire da quel calvario.

Marilena non era più costretta a muoversi con la sedia a rotelle.

Ma il riscontro più grande è stato quello di vederla dopo un anno, ancora totalmente libera dal dolore. Dopo le prime sedute infatti, abbiamo iniziato un percorso per “consolidare” la guarigione ottenuta – ecco che Marilena non ha mai più provato neppure una sola delle fitte che fino a poco prima le stavano rovinando la vita.

Ma un risultato come questo l’ho potuto ottenere solo analizzando nel dettaglio qual era la vera causa delle sue ernie.

Come dicevo poco fa, se hai male alla schiena, il motivo per cui provi dolore potrebbe essere collocato in un punto totalmente diverso.

Tuttavia, sono pochi i terapisti che eseguono un’analisi realmente approfondita per scoprire le cause del tuo dolore.

Perché?

Penso (o meglio, “spero”) che nella maggior parte dei casi non lo facciano apposta. Gran parte di loro si è laureata tanti anni fa – anni in cui molte delle scoperte scientifiche che abbiamo oggi (come quella del S.O.M.A.) non erano ancora venute alla luce.

Il fatto che “non lo facciano apposta”, però, NON è una giustificazione.

Non puoi studiare negli anni 90 e mettere il paraocchi sulle nuove scoperte scientifiche che saltano fuori ogni giorno.

Non puoi.

Studiare negli anni ’90 e curare pazienti nel 2019 è come consigliare a qualcuno di fumare perché negli anni 30 dicevano che le sigarette facevano bene.

La scienza è andata avanti. E se lavori con la salute delle persone e non ti aggiorni sulle nuove scoperte mediche, stai rovinando la vita proprio a chi dovresti aiutare.

Perché poi, a pagarne le conseguenze sono i tuoi pazienti.

Persone come Marilena, che si è ritrovata sulla sedia a rotelle perché nessuno fra i vari terapisti a cui si era rivolta era a conoscenza del possibile collegamento “coccige-ernia”.

Ecco perché penso che se anche tu vivi ogni giorno le terribili fitte che causa un’ernia al disco, dovresti in primis scoprire da cosa sono causate.

Esattamente quello che ho fatto gratuitamente nella prima seduta con Marilena: ho smascherato la vera origine della sua ernia – permettendole così di liberarsene una volta per tutte.

Le persone che soffrono di mal di schiena sono pressoché infinite. Non potrò mai aiutarle tutte.

Quello che posso fare, però, è dare il 100% per aiutare chi decide di affidarsi a me. E se anche tu lo farai, come Marilena, insieme potremo risolvere quel dolore che provi da forse troppo tempo.

Non importa che tu lo faccia con me.

Ciò che realmente mi interessa è che tu non sottovaluti le conseguenze a cui potresti andare in contro – conseguenze che, nel caso di Marilena, le avevano letteralmente rovinato la vita.

Se invece hai deciso che è arrivato il momento di mettere la parole “FINE” al tuo mal di schiena – e ti piacerebbe eliminarlo con la più totale sicurezza che non lo vedrai tornare mai più, allora clicca qui.

13 commenti su “Hai un’ernia al disco che non ti da pace? Allora NON farti visitare da nessun terapista prima di aver letto questo articolo! Ecco perché”

  1. Buongiorno ho una patologia alla colonna vertebrale costituita da una protusione Fiscale nel tratto L4-L5, da 6 mesi ho dolori alla gamba sinistra e alla parte bassa della schiena che mi hanno Rovinato la vita. Ho fatto tante cure tra cui ozono attualmente ma senza grossi risultati, ho trovato molto interessante il vostro blog.

    Rispondi
    • Buonasera Giovanni, probabilmente le cure che hai fatto non hanno funzionato perché non è stata capita la causa del tuo problema.

      Ho visto che mi hai contattato in privato, cercherò di fare chiarezza quando ci sentiamo.

      Un saluto dott. Raffaele Nannini

      Rispondi
  2. Salve dottore mi chiamo Beniamin sono di origini polacche, ho 28 anni e ho una scoliosi con doppia curvatura a S, un ernia recidiva L5 S1 che preme sulla radice nervosa a sx e una protrusione L4 L3 dopo una microdisectomia del fine giugno 2018. Dopo soli 2 mesi e mezzo dall’intervento ho avuto il piede cadente che migliorato con il riposo e con delle fisioterapie e quel dolore lancinante nel tratto lombare, capì subito che l ernia era tornata subito. Attualmente sono più di 3 anni che non lavoro non riesco a stare seduto senza dolori se esco dopo pochi minuti devo rientrare perché non ce la faccio. Non riesco a fare delle cose semplici come pulire cucinare ecc. Ho fatto la posturale 2 volte senza risultati sennò nei primi giorni soltanto. Ho fatto le cure farmacologiche e vitamine per rinforzare il nervo attualmente mi stanno indirizzando verso un ulteriore intervento. Aggiungo che poco tempo fa ho avuto anche un dolore nella zona del osso sacro che prima non ho mai provato. Il mio dottore è un grido di aiuto sembra che nessuno riesca a capirmi o voglia capirmi. La mia vita sociale in tutto questo periodo non esiste più ho passato una forte depressione anche per colpa di questa situazione che mi perseguita da quando ero poco più che adolescente. Per me è molto importante ascoltare la valutazione di uno specialista come lei Dott. Raffaele la ringrazio tanto. Un saluto e un’abbraccio da Roma.

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    • Buonasera Beniamin, la valutazione posso fartela solo in studio…
      Se vuoi puoi contattarmi in privato magari posso darti un consiglio più preciso e mirato al tuo problema.

      Un saluto dott. Raffaele Nannini

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    • Buonasera Carmine, grazie mi fa piacere!

      La prima cosa che bisogna capire quando viene diagnosticata l’ernia del disco se il dolore che lei ha è dovuto all’ernia o no.

      Pensa che l’86 % delle persone passati i 40 anni hanno un’ernia al disco senza avere dolore.

      Ti dico questo perché se il tuo dolore non è dovuto all’ernia curarti per l’ernia risulterà inefficace e butterai via soldi e tempo.

      Il mio consiglio è quello di scoprire se il tuo dolore è dovuto all’ernia oppure no, a quel punto seguirai la terapia per risolvere il tuo problema.

      Un saluto dott. Raffaele Nannini

      Rispondi
  3. Buongiorno Raffaele, sto seguendo con estremo interesse il blog e il materiale ricevuto per mail per il quale ringrazio tantissimo. Mi chiamo Roberto e da oltre 3 mesi sto vivendo il calvario del dolore schiena/fianco/gamba dovuto ad un’ernia in L4 con frammento discale espulso in L3. Dopo la diagnosi del neurochirurgo ho seguito fedelmente tutte le terapie farmacologiche prescritte oltre all’ozono terapia e laser. Posso dire che ad oggi l’unico miglioramento che ho riscontrato è stato il ritorno della sensibilità della gamba che prima era anestetizzata. Nessun risultato per il dolore che continua a tormentarmi notte e giorno, mi sono imposto di non assumere più antidolorifici ma non sempre mi è possibile. Pensa che il ritorno della sensibilità alla gamba sia di buon auspicio per una futura guarigione? Mi consiglia una visita da un osteopata? Ovviamente sono piuttosto sfiduciato non vedendo un ritorno dalle terapie. Grazie per tutto. Roberto

    Rispondi
    • Buonasera Roberto, capisco che tu sia sfiduciato.

      Personalmente ti consiglio di farti vedere da un bravo osteopata.

      Un saluto dr. Raffaele Nannini

      Rispondi
      • Salve…ha appena fatta la risonanza mio marito lombosacrale ,perché da un bel po’ ha dolori alla sciena.L’esito mi hanno che è dovuto dalle ernie del disco.Cosa deve fare e dove andare?

        Rispondi
    • Buonasera Roberto, sicuramente il ritorno della sensibilità dopo la fase acuta è un buon segno. Significa che l’ernia ha ridotto la compressione del nervo e che non è compromesso.

      Le consiglio la visita da un bravo osteopata e continui a farsi seguire dal neurochirurgo in modo da verificare che il nervo non soffra.

      Un saluto dr. Raffaele Nannini

      Rispondi

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